venerdì 25 maggio 2012

L'eredità di un Boss pentito

Se state leggendo questa lettera, significa che sono morto e che prima della mia dipartita ho incaricato qualcuno di fiducia per distribuire questo messaggio a voi: gente onesta di Napoli.
Questo che ricevete è il mio lascito per voi, la mia eredità, ma soprattutto un modo per chiedervi scusa. Sono Francesco Barbato, ex boss della famiglia Barbato. Il mio nome per tanti anni, troppi, è stato associato a violenza e terrore, all’illegalità e all’odio: nulla di più giusto e corretto.
Tuttavia gli ultimi anni della mia vita sono stati caratterizzati da un forte senso di colpa, che mi ha indebolito l’anima e soprattutto il corpo. I miei sessant’anni da delinquente, perché è quello che sono stato e sono, mi hanno condotto solo a tradimenti, massacri, sacrifici, morti e dolori infiniti. Ho vissuto più anni in prigione che da uomo libero, sia essa una prigione fatta di sbarre che un bunker freddo e nascosto sotto vecchi palazzi di periferia. Se potessi tornare indietro non farei assolutamente nulla di ciò che ho fatto fino ad oggi e, se potessi, lotterei con tutte le forze quel sistema corrotto e bastardo di cui faccio parte. Certo non è tanto e ben che meno il danno, che ho procurato a voi e alla città, è quantificabile con così poco; ma il mio è un atto dovuto e doveroso, un gesto simbolico che faccia capire alla gente, alla brava gente di Napoli, che Don Francesco Barbato ha abbandonato definitivamente quel mondo, prima di morire.
Diffondete questa lettera ai vostri cari, ai vostri amici, ai vostri conoscenti, in modo che tutti sappiano, in modo che il mondo sappia. Perché è solo attraverso la consapevolezza che si può raggiungere il proprio fine.
Questa lettera è indirizzata a voi anche per questo scopo, istruirvi ad affrontare i giorni che verranno con una maggiore coscienza. Il sistema malavitoso che attanaglia Napoli, non è invincibile anzi…è tutt’altro che resistente. La malavita è come una catena, composta da numerosi anelli ed è proprio l’enorme numero di anelli a rappresentare il suo punto di forza, ma anche di debolezza. Se dovesse venire a mancare anche uno solo di quegli anelli, tutto il sistema crollerebbe. Organizzazione, efficienza, astuzia, rapidità, prevaricazione, paura e tanti altri sono i pilastri portanti della criminalità organizzata. L’anello più forte è proprio la paura, tutte le nostre azioni si basano sul concetto di paura. Grazie alla paura noi siamo forti, noi possiamo organizzarci, essere efficienti, rapidi. Grazie alla paura possiamo prevaricare ed usare l’astuzia. Il nostro punto debole, ironia della sorte, è proprio il più forte: LA PAURA. Se voi smetterete di avere paura, abbandonerete il panico della sofferenza e delle minacce, la nostra forza diminuirà di colpo, fino a scomparire: inizialmente cesseranno le prevaricazioni, poi la nostra efficienza diventerà lenta fino a farsi inefficace e l’organizzazione scomparirà del tutto.
Lo so bene: è difficile non avere paura di una pistola puntata alla tempia o di calci e pugni sferrati con forza, ma noi siamo pochi e voi una moltitudine. La proporzione è impari e anche se noi abbiamo i mezzi e le armi, voi avete la volontà e la forza d’animo per contrastarci.
L’unico modo per sconfiggere la malavita è che smettiate di avere paura e iniziate a combatterci, come già stanno facendo alcune persone, poche, troppo poche, per poter riuscire a ottenere risultati definitivi. La nostra presenza, la nostra esistenza provoca vittime e le vittime lasciano parenti che piangono la morte dei propri cari. Sono queste persone il nostro retaggio: vendicatori determinati a lottare e ad eliminare gli assassini dei loro amati. Affiancatevi a loro, sostenete le loro battaglie e non abbiate paura. Trasformatevi in un muro invalicabile e resistente, tanto da resistere a colpi di mitra e pistole.
Non chiedete aiuto all’esterno, perché uomini collusi e corrotti vi convinceranno di una vostra debolezza che in realtà non esiste. Trovate la forza dentro di voi, diamine siete Napoletani!!! Siete fatti di tufo, lava ed acqua! Siete, siamo, sopravvissuti a mali ben peggiori, a pericoli ben più difficili. Siete voi ad essere invincibili, non gli infingardi sistemi che vi opprimono.
Sempre dominati, ma mai succubi e schiavi, sempre oppressi ma mai in catene: Napoletani ritrovate la vostra forza e abbandonate la paura. Aprite i vostri cuori e troverete la strada da intraprendere. Chiudete gli occhi e camminate guardando con la vostra anima, solo così potrete giungere alla meta, diritti e incessanti, senza che nessuno possa fermarvi.
Abbandonate la corruzione e diffondete la vostra forza tra chi, meno fortunati di voi, hanno perso l’essenza della città, corroborati da anni, decenni, secoli di putrefazione, di malavita e mala esistenza. Voi siete la soluzione a tutti i vostri mali, voi siete la chiave che apre la porta del vostro futuro.
Ricordate: voi siete il nucleo del nostro anello più forte, ma senza il vostro terrore, noi smettiamo di esistere!
Addio.
In fede Francesco Barbato.



Questa lettera è una mia invenzione e quindi ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale.

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